Ballads for Audiophiles recensito da Stereo Magazine
MUSICA CHE COLPISCE NEL SEGNO
Musicalità rilassata e un suono d’alta classe, questo è quello che promette la pregiata casa discografica Fonè già tramite il titolo del disco. “Ballads for Audiophiles” sarà all’altezza delle aspettative? Giulio Cesare Ricci è conosciuto per il suo approccio purista. Fare un disco da un master digitale, come accade al giorno d’oggi, è un processo che non viene nemmeno preso in considerazione dal presidente della Fonè.
Per questo motivo è stata utilizzata naturalmente una macchina Ampex modello ATR 102 perfettamente calibrata, con nastro di mezzo pollice e generosi 76 centimetri al secondo oltre le testine. In occasione di questo incontro, svoltosi nel mese di novembre del 2016 presso l’hotel fiorentino “Il Castello” che offre degli ambienti con soffitti a volta, il sassofonista Scott Hamilton e la sua band composta da violini, basso e batteria si sono riuniti in occasione della sessione qui immortalata (distributore tedesco: Da Capo, LP per 38,50 Euro). Come preannunciato era prevista un’andatura tranquilla per la ballata. Ritmi veloci o suoni acuti non erano da programma. I suoni di Hamilton sono curati, morbidi e i suoi accompagnatori lo seguono con discrezione, ad eccezione di qualche piccolo assolo. Così degli standard come “Moon River”, “All Or Nothing” oppure “The Shadow Of Your Smile” diffondono un’atmosfera rilassata da club. Questo dipende proprio dalla “prospettiva di registrazione”. Perché come d’abitudine “Signoricci”, questo è il suo soprannome nel mondo audiofilo, non lavora con microfoni di supporto che ingrandiscono i singoli strumenti come sotto una lente, bensì con i suoi amati microfoni a valvole Neumann che lui stesso posiziona in modo da creare un campo sonoro naturale. Questo è riuscito talmente bene che si ha la sensazione partecipare ad un concerto live dal soggiorno di casa. I musicisti si posizionano su un palco immaginario mantenendo una certa distanza dall’ascoltatore. Gli altoparlanti sembrano svanire. Ci vuole un attimo prima di riuscire ad abituarsi a questa esibizione relativamente povera di effetti e con un tono leggermente coperto rispetto alle comuni registrazioni. Però non bisogna attendere molto prima di scoprire il suo fascino, fascino che crea un cosmo sonoro vivente e che da importanza all’insieme invece di separare nettamente gli strumenti uno dall’altro. Anche il suono del sassofono, nonostante sia deciso, è sempre vellutato e non tende mai ad essere troppo forte. Spontaneamente il volume sale, ma non infastidisce e non risulta invadente. Questa produzione renderà felici molti ascoltatori, sia musicalmente che timbricamente. Viste le numerose richieste, so di per certo che questo genere è molto amato. Ricci ci ha visto giusto, e il quartetto realizza al meglio il desiderio di rilassarsi di fronte all’impianto mentre si assaporta un bicchiere di vino rosso. Per raggiungere un maggior livello di esclusività e per motivi di qualità per ogni stamper vengono messi in circolo solo 496 esemplari di dischi da 180 grammi. [STEREO MAGAZINE]