“I 5 Elementi: Alessandro Quarta e quella masterizzazione che fa respirare il violino” – Musicabile Tgcom24
Intervista ad Alessandro Quarta – Musicabile Tgcom24 di Giuseppe Ceccato
«Ricci mi ha chiamato e mi ha detto: “Lo sai che hai scritto una cosa straordinaria?”. Ci siamo trovati e abbiamo parlato a lungo: l’arte non deve essere fatta per distribuire alla gente ciò che la massa vuole ma per dare ciò che serve». Ascoltato il “nuovo” disco, ricorda Quarta, «Sono stato 20 minuti come un idiota a guardare il soffitto, non avevo mai sentito un suono così bello, il mio suono, quello vero, quello che ascolto con il violino quando ce l’ho sotto l’orecchio. Ho ascoltato – come diceva Mozart – la musica tra le note, l’aria tra gli strumenti era qualcosa di incredibile».
Un disco emozionante, diventato un capolavoro grazie alla masterizzazione che lo rende vivo, palpabile, possente.
«Tutto il lavoro parla della dualità, dello Yin e dello Yang, del bianco e del nero, della nascita e della morte. Senza uno non c’è l’altro. Terra rappresenta ciò che siamo, i nostri piedi ancorati nel passato, ma è legata anche alla natura, a ciò che è stato e a quello che sarà. Acqua è una lacrima, una sola goccia che cade nella terra, la penetra e diventa pozzanghera, che a sua volta diventa ruscello, poi fiume, quindi mare… un crescendo incredibile per poi ritornare a essere goccia. La nostra esistenza segue lo stesso percorso, si nasce bimbi e si muore ritornando fragili come bambini. Aria: se ci pensi, è l’unico elemento che non possiamo né vedere, né toccare. Possiamo capire che c’è l’aria, guardando i capelli di una donna che si muovono, la foglia che vola da un albero, danza e poi alla fine cade. L’Aria è l’unico elemento di cui noi ci nutriamo veramente perché senza di lei non ci saremmo. Fuoco: ovviamente è il sesso, nasciamo tutti da un tabù, perché si parla d’amore, diciamo abbiamo fatto un figlio, ma in realtà è il massimo punto esponenziale del proprio ego, sia maschile sia femminile. L’elemento fuoco incarna la sessualità, la sensualità quindi Piazzolla, il tango argentino che poi va a fluire nel fuoco delle bombe, della morte, dei demoni, dei genocidi. Etere: per i greci era l’elemento che dava forza e che univa più di tutti gli altri. In realtà è un Requiem, basato sulle tre colonne portanti, il Kyrie, un adagio che ti introduce alla bellezza divina, il Dies Irae, l’ira divina, il giudizio, e il Libera me, come lo ha chiamato Verdi, che Mozart invece aveva battezzato Lacrimosa, ovvero il perdono di Dio. Etere l’ho suonato con immense soddisfazioni per il presidente Mattarella a Piacenza con il coro sia grande sia di voci bianche, con un testo in latino che ho scritto io».

